ADRIA. TRAVOLGENTI APRÉS LA CLASSE. Straordinario live tra ska, punk, rock, rap e arie mediterranee ad Adria
ADRIA (RO) – “On y va!”. E “bordello” sia! Non si può stare fermi, quando dal palco si scatenano gli Après la classe, col front-man Cesko a far da capo-villaggio, in un’orda di corpi in movimento e di braccia alzate al ritmo di una patchanka senza confini nazionali. La serata di Tra ville e giardini di ieri sera, 28 luglio, ai giardini Zen di Adria è uno di quei concerti da ricordare, dove tutti cantano a squarciagola, si agitano, ballano, ondeggiano, e si muovono come in un “Gioca jouer” elevato all’ennesima potenza, col pregio che ognuno può fare come gli va. D’altra parte, non sarebbero gli Après la classe, gli apparenti cazzari (che dietro ci sono musicisti di alto spessore) di “Circo manicomio” (album del 2017), in cui, ritmi latini e metriche raggamuffin sparati a mille, si trasformano in una folle compagnia circense e si portano il pubblico sul palco a far “bordello”. “Ma-ni-co-mio”, scandisce a ripetizione Cesko, con quella voce profonda e potente e gli intercalari francesi: e si trascina appresso tutti i giardini Zen col loro contenuto.
La band è energetica, sorridente, positiva e lo comunica in ogni piega del suono. Passano dalla festa scanzonata, ai temi impegnati senza soluzione di continuità, senza abbandonare i ritmi spensierati e incredibilmente, senza scadere mai nel banale. Reggae, dub rock, ska, suoni etnici, ritmiche patchanka. Le lingue si intrecciano e, soprattutto, il francese trasporta subito in una dimensione sovrannazionale molto europea. Una sequenza di cambi di ritmo che sfociano in una ballad etno-pop, è l’ultimo spumeggiante singolo: “La festa patronale” (Spotify, 2023). Poi, un ventaglio di pezzi in ordine molto sparso: Pueblo (2017), Mammalitaliani (2010), “Lu sule, lu mare, lu jentu” (2009), “Alma latina” (2017), “Nada contigo” (2019), la cover degli esordi Ricominciamo di Adriano Pappalardo (2002), nei generosi bis, l’immancabile Paris (2002). In line-up, oltre al carismatico Cesko Arcuti voce e synth, un colorato Puccia Perrone con la smagliante fisarmonica e Valerio Combass al basso; Giammy Serra alla batteria; un salterino Manu Funk alla chitarra.
Barbara Braghin