PORTO TOLLE. TRA VILLE E GIARDINI: STRAORDINARIA PRIMA DI LUNA E FALÓ

PORTO TOLLE – Applauso liberatorio, scrociante, prolungato, fragoroso. Un bagno emozionale ha sciacquato i nervi scoperti della memoria collettiva dei polesani, facendo riaffiorare immagini sbiadite di casolari persi nella campagna piatta e assolata, fatta di miseria da cui scappare. Tanto è potente il capolavoro “La luna e i falò” di Cesare Pavese, riadattato per il teatro da Andrea Bosca e Paolo Briguglia, andato in scena, prima volta in Veneto, nel rinnovato Largo Europa a Porto Tolle, per la rassegna provinciale Tra ville e giardini 2023. Semplicemente grandiosa, intensa e toccante la prova di Andrea Bosca, sul palco dall’inizio alla fine, senza scenografia, solo col proprio talento. Più che interpretare, ha incarnato il protagonista di Pavese tornato dall’America (complici forse le origini astigiane di Canelli), facendo sprofondare e inerpicare il pubblico sulle sue stesse emozioni, nei ricordi d’infanzia, nell’orrore della guerra che divide famiglie e amori, nelle gesta di persone che non ci sono più, nella commozione per una condizione umana che ti costringe a gesti insani, nelle ventate di profumo di tiglio e nelle luci dei falò che punteggiavano le colline nella notte di San Giovanni. Ha scosso i geni irrisolti e vagabondi di un Dna sparso. E, sopra ogni cosa, ha lasciato la domanda: cosa resterà di tutto questo?


Piacevole la nuova location, col giardino fiorito e la fontana sotto l’argine del Po di Maistra, progetto di riqualificazione urbana. “Stiamo cercando di ridare vita a luoghi abituali, che rischiano di restare belle cornici – ha annunciato l’assessore alla Cultura Silvia Boscolo, aprendo la serata – Cominciamo da questo giardino, che stasera festeggiamo insieme con uno spettacolo teatrale che per noi è una scommessa. (Vinta. Vista l’affluenza di pubblico e, soprattutto, il gradimento dei presenti, ndr). – È una storia di emigrazione scritta tempo fa – ha proseguito l’assessore – ma che si adatta bene anche ai nostri giovani, che si spostano sempre di più. Speriamo che serva anche a loro, per vedere Porto Tolle sotto una luce diversa, come luogo in cui tornare ed investire”. Il sindaco Roberto Pizzoli, in veste anche di consigliere provinciale, ha fatto i saluti a nome della Provincia di Rovigo, ente promotore di Tra ville e giardini e dell’Ente Parco regionale ed ha ringraziato particolarmente la Pro loco e la Protezione civile di Porto Tolle, fondamentali per l’organizzazione. Poi, sottolineando l’orgoglio di ospitare ormai abitualmente nel Delta la rassegna, ha aggiunto: “Portare uno spettacolo di teatro impegnativo in piazza è una scommessa, ma è anche il segno di un cambiamento in atto. Porto Tolle sta cambiando”. Il direttore artistico Claudio Ronda di Ente Rovigo festival ha segnalato: “C’è più di un filo rosso che lega questo spettacolo al luogo. Anzitutto – ha spiegato Ronda – Porto Tolle, come il Polesine e come il territorio delle Langhe raccontato stasera, hanno conosciuto il fenomeno dell’emigrazione. Poi – ha aggiunto – c’è il tema della piazza, come quella in cui ci troviamo, che è il simbolo della comunità, dove il protagonista arriva e condivide col pubblico un pezzo della sua vita”.


Il Polesine non è più quella terra difficile e avara di opportunità degli anni Cinquanta, come non lo sono le Langhe di Canelli, narrate da Pavese; ma il romanzo, come il suo adattamento teatrale, che rimane fedele nel linguaggio e nello spirito, non racconta solo di emigrazione e di povertà. Parla di crescita interiore, di amicizia, di emancipazione da un luogo isolato mentalmente e fisicamente, delle diverse reazioni umane alle gabbie socio-culturali, del ripetersi delle storie perché il mondo non cambia seppure cambiano le persone. “Allora non sapevo cosa voleva dire, crescere”. Sospira il protagonista, l’uomo di ritorno dall’emigrazione, di cui si conosce solo il soprannome: Anguilla. Come a dire che in fondo, il personaggio è solo un prototipo dell’uomo contemporaneo. “Non sapevo che crescere vuol dire andarsene, vuol dire invecchiare, veder morire”. Il pubblico ipnotizzato e perso nel silenzio siderale si è soffermato a lungo, a fine spettacolo, per conversare con l’attore, per ringraziare di aver fatto ricordare qualcosa. Andrea Bosca, che parla a bassa voce, con una pacatezza riflessiva, non si è sottratto ai selfie e alle domande finali ed ha commentato: “Era la mia prima volta in Veneto, ci tenevo a portare questo racconto. Io ringrazio voi per l’accoglienza che non scorderò mai”.


Tra Ville e Giardini XXIV è promossa ed organizzata da Provincia di Rovigo in ambito RetEventi, co-finanziata da Regione del Veneto, sostenuta da Fondazione Cassa di risparmio di Padova e Rovigo, con l’organizzazione tecnica di Ente Rovigo Festival, direzione artistica di Claudio Ronda, e la partnership dei Comuni di Adria, Ariano nel Polesine, Badia Polesine, Canda, Castelmassa, Ceneselli, Corbola, Ficarolo, Frassinelle, Fratta Polesine, Lendinara, Polesella, Porto Tolle, Rovigo e San Bellino.

Barbara Braghin


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