PORTO VIRO, PAZIENTI OBESI TRATTATI PER VIA ENDOSCOPICA


PORTO VIRO (ROVIGO) - Sono già 10 i pazienti che alla casa di cura di Porto Viro sono stati “trattati” con una tecnica assolutamente innovativa che, attraverso una riduzione della capienza dello stomaco, permette il trattamento dell’obesità grave. “Si tratta di una nuova procedura mininvasiva, effettuata mediante un particolare sistema endoscopico che - spiega Chiara Tordin, medico chirurgo presso l’Unità operativa di chirurgia generale del presidio “Madonna della Salute” - consente di ridurre le dimensioni dello stomaco favorendo la perdita di peso corporeo”. Se ne è parlato oggi all’incontro organizzato in sala dell’Eracle sull’ “Approccio combinato al paziente tra endoscopia e chirurgia”, promosso dalla sezione triveneta di Isse (Italian Society for Surgical Endoscopy), con il patrocinio dell’Ordine dei medici di Rovigo e dei comuni di Porto Viro e Cavarzere. “Abbiamo iniziato a novembre – prosegue Tordin – La procedura è denominata gastroplastica verticale endoscopica ed è un intervento di chirurgia bariatrica che prevede che la parte superiore dello stomaco, quella più vicina all'esofago, venga cucita verticalmente per creare una piccola tasca. Questa ritarda lo svuotamento del cibo, provocando una sensazione di sazietà e limitando quindi la quantità di alimenti ingerita”.


Il tutto entrando dal cavo orale con un sistema di sutura endoscopico denominato “Apollo OverStitch” e senza effettuare alcun tipo di incisione cutanea: la ripresa del paziente è più veloce, il ricovero è più breve e quasi nulle sono le complicanze, come ad esempio la formazione di fistole. I pazienti così “trattati” stanno bene ed i risultati sono ottimi: il calo ponderale dopo tre mesi è quasi del tutto sovrapponibile a quello che si ottiene con un intervento chirurgico tradizionale. “Una tecnica che rappresenta un anello di congiunzione tra chirurgia ed endoscopia e che – afferma Andrea Sartori, responsabile dell’Unità operativa di chirurgia generale del presidio polesano - sicuramente si affermerà in futuro. Si tratta di unire due “mondi” diversi a tutto vantaggio del paziente. Per la casa di cura è un fiore all’occhiello: Porto Viro è la sola sede in Veneto, assieme all’Università di Padova, dove si utilizza questa procedura”.

Barbara Braghin

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