PORTO VIRO. La casa di cura “Madonna della Salute” di Porto Viro è un centro di eccellenza per la chirurgia bariatrica.

Il primario del reparto di chirurgia
Andrea Sartori

PORTO VIRO – La casa di cura “Madonna della Salute” di Porto Viro è un centro di eccellenza per la chirurgia bariatrica. E l’unità operativa dell’obesità è stata riconosciuta centro di eccellenza Società italiana di chirurgia dell’obesità, Sicob. Si tratta di un’attestazione che certifica non solo l’elevato volume di attività, ma anche la bontà dei criteri di selezione dei pazienti nonché la presenza di un valido percorso di follow-up dei soggetti operati.

“Quest’anno – spiega il responsabile dell’unità operativa di chirurgia generale del presidio ospedaliero di Porto Viro, Andrea Sartori – raggiungeremo la soglia dei 200 interventi che comprendono le operazioni correttive dell’obesità patologica e quelle legate alla cura di sindromi o complicanze postchirurgiche. L’indicazione ad operarsi per ridurre l’obesità, comunque, non è per tutti”. L’indice che si valuta è quello di massa corporea, che, in sostanza è un rapporto tra peso ed altezza: per valori superiori a 40 si interviene chirurgicamente, ma è possibile scendere a 35, se l’intervento andrà a migliorare altre malattie preesistenti, come, ad esempio, ipertensione o diabete.

“E poi c’è il limite dei 65 anni, oltre il quale è consigliabile non operare. Nella stragrande maggioranza dei casi i pazienti si collocano nella fascia di età tra i 30 e i 50 anni e in prevalenza si tratta di donne: molti dei nostri pazienti – aggiunge Sartori - provengono da fuori regione, in particolare dal ferrarese, ma siamo anche presenti nel sud Italia con altri tre ambulatori”. Una volta valutati i parametri di esclusione il paziente inizia il suo “percorso bariatrico” che prevede una serie di visite ed indagini previste dai protocolli diagnostici-terapeutici per la patologia affrontata: l’ambulatorio lavora così in stretta collaborazione con un team multidisciplinare del quale fanno parte, tra gli altri, lo psicologo, l’endocrinologo, il diabetologo ed il nutrizionista.

“Come medici evidenziamo sempre che l’intervento non va effettuato per sole ragioni estetiche: nella pratica, però, molti pazienti operati cambiano completamente aspetto dopo l’intervento e ne sono appagati. Ragion per cui la motivazione del miglioramento estetico è spesso presente - evidenzia Sartori - ed è proprio questo il motivo per cui prevediamo un colloquio con uno psicologo professionista che sovente dà parere negativo ad un intervento motivato da sole ragioni di aspetto”. In verità c’è anche un “effetto collaterale”. “Abbiamo anche osservato - conclude Sartori - che a seguito dell’intervento, numerose coppie sono entrate in crisi. Separazioni e divorzi motivate da una ritrovata vitalità e socialità del paziente operato. Anche se non mancano le coppie che si sono formate dopo essersi incontrati in ospedale ed aver condiviso il medesimo percorso clinico”.

Barbara Braghin

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